della XIV Legislatura
Attualmente nella XIV legislatura sono stati presentati in
Parlamento 14 progetti di legge sul “mobbing”, in totale (9 al Senato, 5
alla Camera). Diversi di essi, costituiscono la
riproposizione di d.d.l. e p.d.l. presentati dalle (stesse) forze
politiche nella XIII legislatura. Sono
il d.d.l. n. 924 del 5 dicembre 2001 (DS – U) che ripropone il precedente n.
4265 del sen. Tapparo; il n. 122 del 6 giugno 2001 d’iniziativa Tomassini (FI)
che ripropone il proprio precedente n. 4512; il n. 422 del 9 luglio 2001 del sen. Magnalbò (AN) che ripropone il
proprio precedente n. 4802. Altri, quali
AC n.1128 (Benvenuto), AC n. 2040 (Fiori), ripropongono i precedenti con
aggiornamenti o con omissione della (pregressa) configurazione penale della
fattispecie “mobbing” (Fiori).
Si tratta di proposte animate da analoghi fini ispiratori che:
a) definiscono concettualmente il "mobbing" e descrivono
i comportamenti persecutori in modo generale, ovvero attraversi esemplificazione delle più comuni ipotesi
vessatorie od emarginanti in azienda. In alcune di esse si rinvia ad un decreto
del ministero del lavoro il compito di individuare le fattispecie concrete (e
tassative) di violenza psicologica e morale ai danni dei lavoratori;
b) individuano nei possibili persecutori datori di lavoro,
superiori gerarchici, pari grado e (solo alcuni progetti) subordinati;
c) in alcuni casi prevedono che la persecuzione debba avere la
finalità di danneggiare il lavoratore, in altri ritengono sufficiente la
attuazione del comportamento persecutorio, considerato illegittimo e
condannabile anche in assenza di una precisa finalità;
d) prevedono precise responsabilità disciplinari a carico dei
promotori del "mobbing e la "responsabilizzazione" del datore di
lavoro che viene obbligato a verificare le denunce di "mobbing" e ad
assumere le necessarie conseguenti iniziative (irrogazione di provvedimenti
disciplinari, rimozione degli effetti, ecc.);
e) pongono a carico del datore di lavoro l’onere di indicare le
azioni di prevenzione e informazione che vanno realizzate (imponendo chiarezza
e trasparenza nei rapporti aziendali) disponendo, a tal fine, anche lo
svolgimento di apposite assemblee del personale, consultazioni periodiche o la
istituzione di un apposito organo (progetto di Forza Italia), composto da
rappresentanti del datore di lavoro, dei lavoratori e della ASL;
f) si propongono la individuazione e punizione di eventuali
strategie aziendali che, attraverso il "mobbing" si propongano di
ridurre o razionalizzare il personale ;
g) definiscono le azioni di tutela che la vittima potrà promuovere
(ricorso alla conciliazione, anche attraverso le rappresentanze sindacali e
alla autorità giudiziaria);
h) impongono l’obbligo di ripristino delle situazioni professionali
colpite dalle azioni persecutorie, il risarcimento dei danni subiti e la
nullità degli atti discriminatori e di eventuali atti di ritorsione in seguito
alla promozione di iniziative di tutela;
i) prevedono la possibilità di pubblicità del provvedimento del
giudice.
Un esame approfondito dei progetti di legge – i cui principali, con
selezione dettata da ragioni di spazio e nel rispetto della rappresentazione
delle posizioni delle diverse forze politiche, riproduciamo preceduti dalla
relazione di presentazione - potrà fornire agli interessati un completo quadro
delle iniziative che, in linea di principio, dovrebbero essere in grado di
rinforzare le difese del lavoratore dalle persecuzioni psicologiche.
Nel merito si deve valutare positivamente la individuazione e la
condanna di quelli che vengono considerati comportamenti persecutori, che è la
prima necessaria condizione per garantire una difesa delle vittime.
Non convincente, invece il rinvio ad un decreto del ministero del
lavoro al fine di individuare tassativamente le fattispecie di violenza
psicologica e morale ai danni dei lavoratori, pleonastico - in quanto una volta
sancita la illegalità del comportamento persecutorio, spetterà al giudice adito
la valutazione della illegalità del caso specifico - e che presenta il rischio
di escludere eventuali comportamenti non previsti espressamente.
Per quanto concerne la indicazione dei potenziali colpevoli di
"mobbing", si ritiene preferibile la soluzione che comprende anche i
subordinati della vittima che, in molti casi, visto un soggetto in difficoltà,
non esitano ad unirsi al gruppo dei persecutori, per i più svariati motivi (ad
esempio per vendetta) o senza alcuna concreta ragione.
Le soluzioni che assegnano a datore di lavoro e rappresentanze
sindacali compiti preventivi, di accertamento e di individuazione delle misure
necessarie per il ripristino della legalità (con riferimento alla legge n. 626
del 1994) si considerano preferibili, in quanto più consone alla nostra
tradizione sindacale, rispetto a quelle che assegnano tali compiti ad appositi
organi estranei ed esterni alla azienda.
Un ulteriore elemento di valutazione positiva è dato dal fatto che
le misure previste nei vari progetti di legge siano applicabili anche in
concorso con le leggi vigenti (e con altre in itinere come quelle in materia di
molestie sessuali) e ne consentano un migliore utilizzo, contribuendo a
rafforzare il sistema di tutele nel suo insieme
Un d.d.l. – quello del sen. Eufemi ed altri (UDC:CCD – CDU – DE) – ipotizza la previsione del mobbing quale reato in una con la previsione del c.d. “mobbing” esterno, di cui vengono indicati quali responsabili nella P.A. e nei confronti di dirigenti (in specie di sesso femminile) sindacalisti spregiudicati e senza scrupoli, indirizzando minacce e vessazioni verso autorità sovraordinate. In questa iniziativa non sono i sottordinati ad essere angheriati ma irrealisticamente i sovraordinati. C’è un totale capovolgimento della realtà ed uno spirito “antisindacale” che fa sì che si commenti da sola.
Senato:
1.
Disegno di legge d’iniziativa del sen.
Tapparo ed altri (Dem. Sin.) n. 4265, ripresentato nella XIV legislatura dal
sen. Battafarano (DS – U) con il n. 924 del 5 dicembre 2001
2.
Disegno di legge d’iniziativa del sen.
Tomassini (FI), n. 4512, ripresentato dallo stesso nella XIV legislatura con il n. 122 del 6 giugno 2001
3.
Disegno di legge d’iniziativa del sen.
Magnalbò (AN) n. 4802, ripresentato dallo stesso nella XIV legislatura con il
n. 422 del 9 luglio 2001
4.
Disegno di legge n. 266 del 21 giugno
2001 d’iniziativa del sen. Ripamonti (Verdi) – identico al n. 924/2001
5.
Disegno di legge n. 870 del 21 novembre
2001 d’iniziativa del sen. Costa (FI)
6.
Disegno di legge n. 986 del 20 dicembre
2001 d’iniziativa del sen. Tofani ed altri (AN)
7.
Disegno di legge n. 1242 del 14 marzo
2002 d’iniziativa del sen. Montagnino (Mar. – DL – U)
8.
Disegno di legge n. 1280 del 21 marzo
2001 d’iniziativa del sen. Sodano Tommaso (Misto –RC)
9.
Disegno di legge n. 1290 del 27 marzo
2002 d’iniziativa del sen. Eufemi (UDC:CCD – CDU-DE)
Camera :
10. Proposta di legge n. 581
del 6 giugno 2001 dell’on. Loddo Tonino (Mar. –DL – U)
11. Proposta di legge n. 1128
del 28 giugno 2001 dell’on. Benvenuto (DS – U)
12. Proposta di legge n. 2040 del 28 novembre 2001 dell’on. Fiori (AN)
13. Proposta di legge n. 2143
del 21 dicembre 2001 dell’on. Tarantino (FI)
14. Proposta di legge n. 2346
del 14 febbraio 2002 dell’on. Zanella (Misto, Verdi – U)
Ne abbiamo omesso la pubblicazione ma i principali di essi si
trovano – oltre che dietro ricerca nel sito istituzionale www.parlamento.it - direttamente e già pubblicati nel sito del Snfia (Sindacato
nazionale funzionari imprese assicurative, sezione Mobbing, disegni di legge).
Da parte nostra li abbiamo pubblicati nell’Appendice del ns. libro “Danni da mobbing e loro risarcibilità” , sett. 2002, Editore Ediesse.
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