Questo libro è il prodotto
collettivo di psichiatri, psicologi, medici del lavoro, giuristi che in
questi anni hanno riflettuto sull’intima relazione esistente tra la
sofferenza mentale e la progressiva perversificazione del lavoro
nel mondo industrializzato. Le torture piacciono, e senza sangue e
volgarità eccessive chiunque si interessa alle dinamiche del potere, e
all’umiliazione delle vittime. "Nelle situazioni di lavoro attuali, dice
Gerardo Marotta nella sua bella prefazione, le persone tendono sempre
più a confrontarsi non in termini di valori e di norma, ma di differenza
e di potere".
Tuttavia, non si deve immaginare che una persona venga vessata perché il
suo capo è cattivo. Un lavoratore viene aggredito perché uno o più
dirigenti, selezionati in base alla loro ferocia e capacità di
sopravvivenza, decidono che sia indispensabile, utile o divertente
perseguitare una vittima designata, in un mondo che pensa
sostanzialmente che una tale situazione sia fisiologica, necessaria o
inevitabile. La sofferenza prodotta spazia, contrariamente a quello che
si crede, dalla melanconia al delirio, con una intensità non rivelata
dal chiacchiericcio pettegolo spesso associato al dibattito sul mobbing
.
L’azienda moderna è una macchina che produce, in percentuali variabili,
una grande quantità di inquinamento antropico, sotto forma di vessazione
e sofferenza, oltre che merci o servizi. È una struttura complessa che
si comporta spesso in modo sorprendente e controintuitivo, che qualcuno
definisce propriamente azienda totale, ambivalente e paradossale, e che
dissimula facilmente le transazioni psicotiche al suo interno. Pochi,
infatti, si rendono conto dei danni umani ed economici che tale
inquinamento produce, al mondo circostante ma anche alla stessa azienda.
Contrastare questo fenomeno ingravescente sarà sempre più compito di una
psicopatologia del lavoro centrata non solo sull’analisi dei vissuti, ma
soprattutto sulla prevenzione e sulla cura del lavoratore colpito, in
franca antitesi ad una committenza aziendale, che in tempi non lontani
ha dato vita ad una psicologia industriale incardinata sui temi della
produttività e della selezione del personale.
Siamo grati all’Istituto Italiano di Studi Filosofici per la sua
generosa ospitalità, e per il suo costante sostegno nei momenti più
difficili, che non sono mancati e certamente non mancheranno.
Gli autori
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